Cultura:SANDRO RUOTOLO A S. SEVERINO PER INCONTRARE GLI ALUNNI DELLA “S. TOMMASO D’AQUINO” #notizieirno.it#
Sandro Ruotolo, giornalista d’inchiesta nonché cugino di Silvia –
vittima innocente della camorra – ha incontrato in questi giorni gli alunni
della scuola secondaria di primo grado “S. Tommaso d’Aquino”, a Mercato S.
Severino. In serata ha partecipato al conferimento del sedicesimo premio
“Roberto I Sanseverino”. Presenti all’incontro… “didattico”, e che ben si
inserisce nelle programmazioni - curriculari e non – attuate dalla scuola, la
dirigente scolastica Angela Nappi, Anna Del Regno – docente responsabile di
molte iniziative scolastiche; il nuovo capitano dei Carabinieri Alessandro
Cisternino, Alfonso Ferraioli – direttore artistico de “La magnifica gente do ‘
Sud”, compagnia di teatro amatoriale da tempo nel solco dell’impegno civico; la
preside dell’Istituto “Virgilio”, Luigia Trivisone, e una folta rappresentanza
di docenti, alunni, familiari. Riuniti, per l’occasione, nella capiente
palestra della “S. Tommaso”.
Un caloroso coro, al suono dell’inno nazionale “Fratelli d’Italia”
(cantato in piedi e con la mano sul cuore), ha accolto in un tripudio Ruotolo
nell’atrio della palestra.
Dopo gli indirizzi di saluto da parte della Nappi, alcuni allievi – a
loro agio e sciolti nel comunicare con l’ospite – hanno consegnato nelle mani
del cronista partenopeo (costretto a vivere sotto scorta per le sue
inchieste-verità) un manufatto in ceramica del prof di Disegno Luigi D’Arco,
responsabile del laboratorio artistico frequentato dai ragazzi. L’immagine era
molto evocativa, metaforica: un albero rappresentante la legalità, con foglie
su cui vi era scritto cosa rappresenta per i giovani allievi il corso avente a
oggetto l’impegno civico e la responsabilità.
Nel suo interessante intervento, Ruotolo ha espresso con semplicità e
in maniera diretta alcuni punti cardine del suo mestiere e, soprattutto, del
vivere in società.
La prima parola che ha voluto commentare è stata “libertà”.
“La libertà è importante – ha detto, prendendo la parola – da questa
deriva tutto; è libertà lavorare senza intimidazioni. Alcune realtà del
territorio non sono libere – ha proseguito – i commercianti sono spesso
costretti a pagare il pizzo, ma di rimando vi sono anche alberghi e ristoranti
sorti da nulla e i cui proventi – riciclati per investimenti sporchi come il
gioco d’azzardo – fanno sì che si opprimano le vostre libertà”.
È talmente importante il concetto di libertà che – ha anche dichiarato
l’ospite – è sancito addirittura dalla parte non modificabile della
Costituzione; ad esempio c’è l’articolo 21 che tratta del dovere/diritto di
informare/essere informati. Su questo tema, Ruotolo ha citato la dittatura
fascista e il controllo sugli organi di stampa.
Giornalista “con la schiena dritta” – come ama definirsi – si è
innamorato del suo mestiere a 18 anni.
E da allora cerca di attuarlo al meglio, con coraggio e andando fino
in fondo – questo il suo modus operandi. Senza perdere, tuttavia, le proprie
idee in merito alla socialità e i propri punti di vista; concesso sbagliare ma
non essere in malafede… è quanto emerge dal suo lungo e pacato discorso.
Il pluralismo, dunque, fondamentale per la vita di ognuno…
Il pluralismo anche nella sua professione, sempre svolta “in strada” –
“andando sul posto” a verificare la fondatezza o meno di una fonte e consumando
le scarpe. Compito di ogni buon giornalista (che si rispetti), infatti, il
“portare i fatti”, non limitandosi a “commentarli”. Ma questo, soprattutto al
Sud, è rischioso – e lo è perché, come lui, molti altri cronisti “coraggiosi”
sono stati “lasciati soli”! E’ questo è il punto centrale della lectio… solo
facendo massa si possono vincere le mafie – il senso, il succo del discorso di
Sandro Ruotolo. Altra cosa emersa da quanto detto dal giornalista, è che “lo
Stato ha più armi dei camorristi (intendendo le armi del dialogo, della cultura
ma anche della presenza di molte forze dell’ordine) solo che le mafie hanno un
maggior consenso sociale, col silenzio che il terrore incute”.
Non che si sia d’accordo con la delinquenza, ma la paura di essere
uccisi è forte…
Altra parola chiave è “diritto”: “diritto al lavoro, con le gare
d’appalto vinte con competizione, col libero mercato, col merito” e non grazie
alle raccomandazioni del camorrista, che si insinua tra le imprese edili.
Per Ruotolo è importante non vincere i concorsi in qualità di “amico
degli amici”, bensì con l’equazione: “Io studio, merito, partecipo”. “Vi sono
ragazzi della vostra età – ha espresso – che non possono neanche essere liberi
di uscire di casa dalle zone critiche del Napoletano, per paura di sparatorie”.
Anche questa riflessione ha avuto a target gli attentissimi allievi
della scuola media; che si sono entusiasmati nell’ascoltare la guest star
parlare di tante vittime innocenti perite per mano delle mafie: ha ricordato la
cugina Silvia; Annalisa Durante –addirittura presa a scudo per salvare la vita
a un delinquente; ma soprattutto ha parlato del sindaco di Pagani Marcello Torre
e della 12enne Simonetta Lamberti.
Il rispetto – per lui – non è “perdere qualcosa”, bensì è “guadagnare
qualcosa”; proprio improntato al rispetto delle norme della civile convivenza è
il suo modo di vedere la propria professione. Un mestiere in cui “la paura c’è
– dice Ruotolo – ma c’è anche l’amore per la bellezza delle nostre realtà
paesaggistiche, per il verde, l’ambiente…”
Varie esemplificazioni sono da lui state effettuate, parlando della
Terra dei Fuochi e delle altre magagne, del marcio nelle nostre zone. Prima di
essere letteralmente subissato – in senso affettuoso – dalle domande molto ben
articolate dei ragazzi, Ruotolo ha vissuto anche un faccia a faccia con il
capitano Cisternino – sempre in merito al discorso della responsabilità e della
legalità. Anche Cisternino ha espresso molte idee e si è confrontato col
giornalista; infine, per quanto riguarda il tema dei diritti/doveri, ha invitato
a leggere e a metabolizzare la nostra carta costituzionale.
ANNA MARIA NOIA
Commenti
Posta un commento