Venerdì 11 la proiezione in contemporanea con Roma
dell’opera numero uno della regista tunisina Leyla Bouzid
“Appena apro gli occhi”: il film è in lizza per il Premio Lux
Nel frattempo per il duo Gassman – Pagliai non c’è gara: il
teatro vince su tutto
In
collaborazione con la Lux Film, il MedFilmFestival e Linea d’Ombra, sarà
proiettata la pellicola “Appena
apro gli occhi”, folgorante
opera prima della regista tunisina Leyla Bouzid. Figlia del regista Nouri Bouzid, uno degli intellettuali che ha pagato il sostegno al
progresso e alla laicità del suo paese con aggressioni e minacce – Leyla si
cimenta in un
racconto di formazione che incastona la crescita della protagonista nei fermenti
ancora potenziali che attraversano la Tunisia. Il febbrile ribellismo della
giovane – che canta di sogni e speranze e legge versi politicamente scandalosi
durante i concerti – attira l’attenzione di solerti funzionari governativi
dell’agonizzante regime di Ben Ali, che passano ben presto dagli avvertimenti
minacciosi ai fatti. Il film scorre su
un doppio binario cadenzato da una tensione costante
per entrambi: da una parte assistiamo alle prove di una rock
band, alla costruzione entusiastica di canzoni che descrivono voglia di
cambiamento e senso di indipendenza, vediamo costruire la psicologia della
protagonista con scene delicate ed ellittiche, dall’altra seguiamo i
conflitti di Farah, questo il nome della protagonista, con la madre impaurita,
con il padre tenuto lontano dalla capitale per il suo rifiuto di iscriversi al
partito dominante, con le strutture sociali e politiche votate a
un’indiscriminata repressione per il mantenimento della propria
forza. “Appena apro gli occhi”,
è uno dei tre film finalisti per il Premio LUX 2016, premio cinematografico giunto alla sua decima edizione, assegnato
annualmente ad una pellicola di produzione europea dal Parlamento
allo scopo di diffondere una diversa luce sull'integrazione, superando la
barriera linguistica che ostacola l'esistenza di un mercato comune. Interverranno:
(da Salerno) Giuseppe D'Antonio, direttore artistico di Linea D'ombra e
Giancarlo Meneghini, direttore Ufficio informazione Parlamento Europeo; (da
Roma) Ginella Vocca, direttore del MedFilmFestival.
Intanto, grande compiacimento ad
oggi per tutti gli ospiti intervenuti. Dopo Michele Carfora e Giorgio Pasotti,
è toccato a Paola Gassman e Ugo Pagliai.
Per la figlia del grande Vittorio i due mondi s’incontrano ma l’osmosi che si
crea tra il pubblico del cinema e quello del teatro è completamente diversa. «Negli anni ‘70 interpretai Marfisa
nell’Orlando Furioso, prima nella versione teatrale e poi in tv – ha ricordato la Gassman. Dopo il grande successo ottenuto nelle
piazze di tutta Italia, la RAI decise di
trasportare sul piccolo schermo il
capolavoro di Luca Ronconi, ma il mezzo video non
consentì di avvalersi dei due principi-guida: la partecipazione attiva del
pubblico e la simultaneità delle varie scene che comprendevano la narrazione
dell'opera. Da spettacolo vissuto si
trasformò in visione». Solleticato sulle tragedie greche,
anche Pagliai si schiera dalla parte del teatro. «Da alcuni anni la cinematografia mondiale guarda sempre più spesso alla
drammaturgia greca – ha spiegato il
maestro – e così ci ritroviamo di
fronte a tanti colossal che, seppur edulcorati dall’aspetto favolistico,
arrivano al grande pubblico lasciando l’impronta del mito. Ma nonostante
questo, resto sempre dell’avviso che il teatro dà un emozione che il cinema che
non dà».
La III edizione di Cinema è Teatro
si concluderà il 3 dicembre con
l’incontro con Peppe Barra (relatori il professore Stefano Pignataro e la
docente Universitaria Ornella de Rosa, in salotto con la giornalista Cinzia
Ugatti) cui seguirà la proiezione, in collaborazione con la Cineteca di
Bologna, del film Assunta Spina, versione muta del 1915 con Francesca Bertini.
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