Cronaca: MENSA SCOLASTICA E GARE DI APPALTO, MA I GENITORI – DIVISI TRA LORO – SONO SUL PIEDE DI GUERRA - #notizieirno.it#
In data 2 dicembre scorso, si è tenuta – nell’aula del gonfalone del
Comune di Mercato S. Severino – la procedura di affidamento del servizio di
refezione scolastica alla ditta, tra le sei presenti ed aventi diritto,
vincitrice della gara di appalto. Le proposte erano pervenute agli uffici
municipali lo scorso 20 ottobre – alla presenza di alcuni genitori. Anche il 2
dicembre è intervenuta una sparuta rappresentanza delle famiglie.
La commissione era composta dai responsabili Gianluca Fimiani, Pina
Salvati, Attilio Veneziano ed Emilia Salvati. Un incontro brevissimo, durato
meno di 40 minuti. Un confronto molto sereno, amichevole, tranquillo. A porte
aperte.
Dopo l’apertura delle buste, è risultata prima la società “Ristonet
srl”, con sede legale a S. Valentino Torio.
Il punteggio ottenuto (70 al massimo per offerta tecnica e 30 per
quella “economica”) è di 98,49. Il prezzo del pasto da parte di tal ditta è
stato di 3,27 euro a bambino – col ribasso del 27,33%. Al secondo posto si è
classificata la “Rti Glm più Gfi food srl” – con 97,70 punti e 3,19 euro
(29,11% il ribasso) di offerta. Terzo posto: la “Sirio”, con 94,32 punti. 3,36
euro e 25,50% quanto posto sul piatto dalla “Sirio”.
Successivamente, un posto in meno del… “podio”, la “E P spa” – 91,17
punti.
Che considerava un “impegno” di spesa per 4,40 euro (ribasso: 2,233%).
Infine, in lizza la “3 C” con 90 punti e “Sprint di Elena Toriello”
con 85,20. La “3 C” proponeva 3,98 euro per l’11,50%, mentre la “Sprint” (il
ribasso maggiore) ha offerto la propria competenza e disponibilità per 3,105
euro a pasto pari al 31%.
L’aggiudicazione è per ora provvisoria – secondo le norme di legge;
sempre la normativa prevede un decorso di almeno 10 giorni lavorativi per poi
rendere effettivo l’appalto. La graduatoria sarà affissa all’Albo Pretorio del
Comune. Dopo ulteriori 35 giorni, sarà stipulato il contratto vero e proprio.
Dopo la cosiddetta “giustifica delle offerte” ed eventuali ricorsi. Tutto
lascia pensare che la mensa parta a gennaio 2017.
Tengono però ancora banco le polemiche tra alcuni genitori, pare
divisi tra loro: l’ultima questione che ha fatto innalzare il livello dei
“disaccordi” è la notizia che un noto ristorante di una frazione sanseverinese
ha avviato una convenzione con il secondo circolo didattico; sembra per 50 euro
mensili.
A parte la problematica relativa all’igiene e alle condizioni di
trasporto cibo – con l’assicurazione da parte della dirigente A. B. di
possedere un parere favorevole da parte dell’Asl, ma i genitori dichiarano di
non averne mai preso atto – alcuni padri lamentano prima di tutto di esser
stati “sbeffeggiati” (sono parole loro) da insegnanti e personale Ata per
“l’eccessiva importanza data alla faccenda”.
In realtà i genitori stessi non vogliono soluzioni “trascendentali” ma
il minimo garantito: in primis il rispetto delle procedure di legge, delle
norme e regole giuridiche a tutela e salvaguardia sia dei piccoli che di loro
stessi. Secondo i capi famiglia, il ristorante non avrebbe il codice Ateco
[sic!], registrato all’Agenzia delle Entrate”, idoneo a garantire la refezione
continuativa – e non invece sostitutiva – del catering.
“A che serve tutto ciò – si chiedono i genitori – se comunque a
gennaio inizia di nuovo il servizio mensa?”.
“Non è più una questione economica, dunque – si interrogano – ma solo
di tempo.
Per di più, il comitato informale, spontaneo, di genitori stessi che
si dovrebbe costituire – a detta di un padre – non rappresenta assolutamente
l’unanimità dei genitori ma solo una parte.
A tal titolo, e anche per altre faccende, egli (il padre intervistato)
si rifà alla circolare Miur (ministero Istruzione) numero 51 del 18 dicembre
2014, e al Dpr 89 del 20 marzo 2009 – oltre che a quanto espresso e specificato
sul sito web Tuttoscuola.com. il “succo” di tali proteste è relativo al tempo
pieno, però riguardo “la disponibilità di organico” e “presenza di adeguati servizi”.
Non dunque in momenti “di… incertezza” come adesso.
Ad un capofamiglia che conduce le figlie a S. Vincenzo, è stata
recapitata – dai vertici scolastici – a casa una missiva, vera e propria
assunzione di responsabilità, con la possibilità di optare per due soluzioni
temporanee per la mensa: l’impegno “personale” alla preparazione del pasto
(cioè i genitori cucinano e portano i pasti da casa) oppure in alternativa il
prelievo (o ritiro) del figlio alle 12.30 per farlo tornare a scuola alle
13.30. Inutile dire che questo signore è inviperito. A nome suo e di sua
moglie, ha risposto “per le rime” – spedendo una lettera al dirigente
scolastico, in cui rigetta - di fatto - quanto proposto al secondo circolo e
dichiara che il modulo-missiva ha una imposizione “non in linea con le
normative”.
In questi giorni, ha affermato il genitore, una parte di familiari ha
incontrato – ma in maniera del tutto informale – i responsabili istituzionali
scolastici, appunto per costituire il tanto agognato comitato (spontaneo). Anche qui l’intervistato invoca l’utilizzo delle norme in
materia: per iscriversi occorre il parere di tutti i rappresentanti di classe
e/o di istituto e non soltanto di una esigua “compagine” – se così si può
affermare. Sull’argomento si è detto di tutto e di più, con notizie
contrastanti e a volte contraddittorie sui principali organi di stampa. C’è
molto altro, si parlava addirittura – prima della gara – di un bando “viziato”
o “errato”, e si sono rincorse dicerie, supposizioni e chiacchiere anche in
merito all’esubero di alcune maestre del plesso di via Pizzone – che
“avrebbero” (il condizionale è d’obbligo) dovuto assistere i piccoli scolari a
pranzo. Le famiglie avevano anche pensato di preparare loro i piatti “caldi”
per i bimbi nei giorni dispari mentre di martedì e giovedì i rampolli avrebbero
pranzato a sacco.
ANNA MARIA NOIA
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