Il commercio a Mercato S. Severino segue l’andamento altalenante del
trend nazionale: molta crisi, competizione, rivendite che aprono e chiudono. Come
pure la realtà cittadina di Salerno, dove le saracinesche si sono abbassate
definitivamente anche per negozi “storici” del centro e di Via Dei Mercanti: un
esempio è il centralissimo “Testa”, che stoccava coloniali. A causare le
maggiori difficoltà, il diffondersi della cosiddetta grande distribuzione e dei
centri commerciali come “Le cotoniere” a Fratte.
Dunque S. Severino non è in grado di attivare i percorsi del “centro
commerciale naturale”, tanto decantato dalla ex amministrazione Romano; oggi
come oggi neanche i saldi invernali, in auge da pochi giorni, sembrano indurre
la gente a spendere. A S. Severino fanno la parte del leone i numerosi
franchising di abbigliamento, che spuntano come funghi e che si fanno
concorrenza uno con l’altro. Per poi chiudere di colpo. Si dice che l’economia
gira – sempre nella cittadina – ma molti intestatari di rivendite ed esercizi
commerciali provengono da fuori Valle Irno, alcuni dal Napoletano.
Vi è dunque aria di difficoltà per molteplici attività – soprattutto
nelle zone “chic”, nei… cosiddetti “salotti buoni” del Sanseverinese – quale
corso Armando Diaz. Come nella parte alta del capoluogo.
Problematiche che sembrano insorgere anche per bar e/o esercizi legati
alla ristorazione: molti bar – infatti – sono situati a pochi passi tra loro,
creando così una maggiore competizione tra essi.
L’avvento dei grandi magazzini e della “grande” distribuzione è stata
favorita – almeno a S. Severino – dalle “politiche deficitarie locali”,
affermano in molti.
Di negozi sfitti da anni parla Carlo Casale, ex negoziante della parte
alta del centralissimo corso Diaz, con una lunga esperienza nel campo e che
adesso collabora con il figlio Alfonso in una rivendita di materiale
informatico ed elettronico. Secondo lui: “Le cose non vanno bene, sono
stagnanti. Prevedo che entro la fine del 2017 chiuderanno metà dei negozi al
corso. Mio figlio si è invece volto all’e-commerce, la vendita on line su siti
quali Amazon ed E-Bay. La vera rivoluzione è il digitale, il web. Che consente
di spedire prodotti in tutta Italia, pur nel periodo di recessione che
viviamo”.
Un’altra negatività è costituita dall’intenso traffico di auto e mezzi
a due ruote che pervade la cittadina; il dispositivo del traffico – in vigore,
sperimentalmente, dal 2006 – è del tutto inadeguato, insufficiente a gestire la
mobilità e la logistica del paese. Da stigmatizzare anche l’utilizzo, da parte
soprattutto dei negozianti, degli stalli auto. Gli stessi parcometri – che
avrebbero dovuto costituire un deterrente all’assembramento e affollamento di
auto, favorendo in tal modo gli acquisti – sono inutili, perché alcuni
esercenti mettono le proprie vetture in sosta dalla mattina alla sera (si
lamenta qualcuno).
I giudizi riguardo le numerose “Notti bianche” – organizzate sia dalle
amministrazioni degli anni scorsi sia dai proprietari costituitisi in gruppi –
sono discordanti: in molti asseriscono che siano o siano state utili, altri
parlano invece di un flop. Inoltre vi sono negozi che cambiano genere e/o
proprietà; in via Licinella, ad esempio, gli stessi locali hanno ospitato capi
di abbigliamento, cornici e adesso vi è un pub.
I saldi di gennaio a S. Severino vanno dal 20 al 70%. Gli esercizi più
accorsati sono quelli di vestiti e della moda. Sia al femminile, come “Desy-D”,
che maschile – “Francione”, quest’ultimo nel centro di S. Severino.
I commessi di “Desy-D” sostengono che gli sconti non riempiono i
negozi, c’è crisi. Tutto procede bene, invece, per “Positive style” -
all’angolo con via Roma. Ha aperto da due anni e la gente acquista.
Bene dunque questi prezzi vantaggiosi di livello nazionale e regionale
(appunto i saldi), ma occorrono politiche lungimiranti e di lungo corso per
risollevare le magnifiche sorti e progressive del commercio a Mercato S.
Severino. Il cui nome attesta l’attività economica principalmente rilevante,
dalla dominazione romana (Rota, per la omonima tassa di pedaggio) ai Longobardi
e oltre. Una zona “felice”, strategicamente al centro dei traffici e dei
commerci nella penisola italiana.
ANNA MARIA NOIA
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