Il 2 dicembre è stata nominata la ditta vincitrice della gara di
appalto per il servizio di refezione scolastica a S. Severino: è la “Ristonet
srl”, con sede legale in S. Valentino Torio; alla presenza della commissione,
l’azienda ha avuto la meglio su altre cinque concorrenti – proponendo un prezzo
a singolo pasto pari a 3,27 euro e con un ribasso del 27,33%. Punteggio
ottenuto: 98,49 su 100. Ma nonostante le rassicurazioni da parte dell’Ufficio
comunale preposto, pare che la mensa non parta per adesso. Già prima
dell’appalto si vociferava che alcuni istituti scolastici – siti nelle
frazioni, particolarmente S. Vincenzo, S. Angelo ed ora anche Curteri – si
sarebbero rivolti a un noto ristorante del comprensorio, per i pasti. Il prezzo
è di 50 euro mensili. Ma si sono valutate, da parte dei genitori – alcuni dei
quali costituitisi in un comitato spontaneo, seppur divisi tra loro – altre
modalità di assicurare ai propri rampolli il tempo pieno con il pranzo a
scuola. I genitori chiedevano, in realtà, che il servizio venisse erogato a
costo variabile e proporzionato alle fasce di reddito stabilite dall’Isee
(Indicatore situazione economica equivalente) del nucleo familiare – come in
precedenza. E questo lo rivendicava anche Gerardo Figliamondi del Pd, invocando
“La procedura di cui all’articolo 63 comma 5 del Codice degli Appalti, per la
prosecuzione del servizio alle medesime condizioni di prima e cioè per
categorie”. Intanto, sul sito web del secondo circolo didattico, il dirigente
scolastico Anna Buonoconto avverte che ci sono tre modalità diverse per fruire
della mensa: direttamente dal Comune, però eventualmente con costo totalmente a
carico delle famiglie; con punto di cottura esterno ed autorizzazione per le
ditte di entrare a scuola con il catering; con l’utilizzo delle cucine
scolastiche.
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