Cronaca: INCONTRO SULLE MAGNIFICHE SORTI E PROGRESSIVE DELL’OSPEDALE “FUCITO” A S. SEVERINO - #notizieirno.it#
SOTTO LA LENTE, IL NUOVO ATTO AZIENDALE ASL SALERNO
Nutrita partecipazione di pubblico, un incontro molto frequentato –
quello, informale, tenutosi giovedì 16 febbraio scorso nella sede
dell’associazione “Alfonso Gatto” di Curteri (frazione sanseverinese dove è
sito il nosocomio “Gaetano Fucito”). Tema della serata, sempre le sorti del
presidio – alla luce dell’approvazione del nuovo atto aziendale (Asl) da parte
dei vertici operanti al “Ruggi d’Aragona” (comunemente conosciuto quale “S.
Leonardo”). Le condizioni in cui versa, da alcuni anni, l’ex Usl 47 e Dea
(Dipartimento emergenza assistenziale) “Fucito” – la “vecchia” Villa Maria
(Imperiali, figlia del marchese filantropo Filippo – anticamente adibita a
tubercolosario) – sono motivo di costante preoccupazione per l’intero
personale: medico, paramedico, infermieristico, Oss, vigilantes). Ed è per tal
ragione che, già dal 2008, è attivo il comitato cittadino spontaneo “Pro
Fucito” (Gaetano Fucito è stato un medico operante nel Sanseverinese, pare
vittima della peste nell’800). A supportarlo, anche nel briefing del 16
febbraio, una decina di associazioni del comprensorio – in sala coi loro
rappresentanti ed assieme a un folto uditorio di comuni cittadini e/o pazienti
(per non tacere dei dipendenti e dei sindacalisti interni all’ospedale).
Tra questi sodalizi ricordiamo: “Il castello” di Pandola, referente:
il consigliere comunale di maggioranza Enza Cavaliere (presente con il marito
alla riunione); “Amici della terra” con Tonino Napoli; “Cultura e natura” del
docente Giovanni Sessa; “La magnifica gente do’ Sud” (Alfonso Ferraioli);
“Agosto a S. Angelo” (Giuseppe Saggese); “Alfonso Gatto” – retta da Luca
Picarella; “Grazie di cuore”, col cardiologo Carmine Landi e infine la neonata
associazione “Martinez” – responsabile il commercialista Gaetano Apostolico.
La sintesi dell’interessante serata è versa sulla necessità di
approntare – con tutti gli intervenuti – un atto, un documento da sottoporre
direttamente al direttore generale aziendale, ovvero Nicola Cantone. Un testo
con tutto ciò di cui si è discusso nel corso della riunione, tra proposte e
criticità emerse nel colloquio.
In vista di chiarimenti. In sostanza, pare che – da quanto affermato
da relatori e pubblico (attentissimo, attivo, con tanti giovani universitari
pronti a dire la loro e con idee che appaiono molto chiare) – il neonato atto
vada bene, sia almeno un buon punto di partenza ma i fautori del “Pro ospedale”
di Curteri intendono ricevere rassicurazioni e soprattutto chiarimenti sul
proprio e altrui futuro. Importanti personalità, tra mondo “civile” e politico,
erano a Curteri il 16 febbraio. Non i commissari di Mercato S. Severino né
altri vertici istituzionali – in quanto il rendez-vous era destinato
prettamente ai “tecnici” dell’ospedale e alle associazioni sul territorio,
senza (ribadiamo) nulla di “formale” o definitivo, amministrativo – però erano
lì anche l’on. Gianni Iuliano da Bracigliano (in veste di medico, in quanto
oculista ma non a S. Severino); il sindacalista e radiologo Gerardo Liguori e -
tra i cittadini - altri noti professionisti del circondario (architetti,
docenti e storici… anche compagini politiche).
Dopo alcune domande rivolte agli organizzatori di questa
manifestazione, in collaborazione con il cameraman autodidatta Raffaele De
Chiara, ecco che si è entrati nel vivo della discussione: per primo ha parlato
il dipendente del “Fucito” Antonio Rocco, che ha avviato una discussione
animata, vivace e partecipata (è stato questo il principale scopo e merito
della soirée) nonché utile e proficua.
Botta e risposta tra Rocco e Carmine Landi, il cardiologo alla guida
di “Grazie di cuore”; disparità di vedute e anche accordi che hanno toccato
proprio le negatività – o, piuttosto – i “limiti” dell’atto aziendale che,
comunque (pur essendo in se positivo) nulla di concreto apporta alla realtà del
nosocomio.
Interventi interessanti sotto ogni punto di vista, anche dal lato
delle provocazioni lanciate dai relatori e dagli esponenti del presidio,
assieme ai sodalizi intervenuti. L’incontro ha coinvolto anche i cittadini –
utenti finali e parte di un bacino di 100mila potenziali pazienti (è stato
detto), molti dei quali afferenti dal vicinissimo ateneo di Fisciano.
Proseguendo con gli interventi, sono stati snocciolati molti dati concreti. In
particolare, molto si è espresso sulle cosiddette “eccellenze” che fino a poco
tempo fa rendevano il “Gaetano Fucito” tra i migliori centri specialistici
della zona in fatto di parti (Ginecologia, reparto ora chiuso nonostante le
quasi 400 nascite ogni anno, alcune con tecniche all’avanguardia), di cure per
tumori (Oncologia, padiglione al centro di lavori in corso che languono da
tempo) e altro. Non sono mancate delle polemiche – opportune o meno – riguardo
i veri o presunti “centrismi” dei governatori Bassolino (prima, napolicentrico)
e De Luca (subito dopo Bassolino e Caldoro, ma accentratore di Salerno). Ogni
intervenuto ha portato il proprio contributo di opinioni, la propria
esperienza, il suo bagaglio di attività e di proposte, tante e concrete.
C’è chi si è mostrato diplomatico, come Iuliano nella sua brevissima
“avversione” contro quelli che ha definito “accentramenti” in campo ospedaliero
e sanitario, e chi – per contro – si è… “alterato” con veemenza e orgoglio (nel
senso non deteriore del termine) al fine di capire le tutele del benedetto atto
aziendale ratificato pochi mesi fa: è il caso dell’altrettanto breve discorso
di uno dei capi “storici” del civico comitato (cui ha partecipato per un
periodo anche il medico Vincenzo Sica, adesso – pare – “lontano” dalla
questione): Giuseppe Saggese. Che – attuando una provocazione – ha lasciato
intendere che sarebbe meglio, forse, per la realtà sanseverinese lasciare il
tanto… “decantato” (sono parole di noi che scriviamo, non di Saggese) “S.
Leonardo” - uscendo fuori da tale circuito – per cercare di recuperare una
qualche dignità - in questi anni, di fatto, inficiata. Anche Saggese ha fatto
le pulci al lato economico dell’Asl, parlando di 18 milioni di euro “stornati”
(nel corso del tempo) dal “Fucito” al “Ruggi” (da lui definito “moribondo”).
C’è stato chi ha addotto le sue ragioni come appartenente al sindacato
(Liguori) e chi invece da semplice “osservatore” esterno. Ed è stato deciso,
quindi, di ripetere le riunioni periodicamente, tastando il polso ai cittadini
e raccogliendo il parere della pubblica opinione. Frutto di tali convegni, una
nota scritta da inoltrare direttamente ai “piani alti” – come abbiamo citato in
precedenza. La platea dei comuni cittadini – ripetiamo – è risultata attiva e
partecipe, con richieste di chiarimento, curiosità e tanta voglia di sapere. In
gioco, gli interessi di tutti e non solo dei soli “lavoratori” che vivono le
difficoltà del quotidiano al “Fucito”. A far gli onori di casa, il presidente
di “Gatto”, Luca Picarella. Che, all’inizio, ha introdotto – da anfitrione – la
serata, voluta per capirne di più in merito alle aspettative prospettate dalle
amministrazioni della struttura sanseverinese. Una volta così rinomata, ora
mortificata da lavori in corso che si protraggono da mesi e da un silenzio, un
disinteresse… “colpevole” da parte delle istituzioni – locali e regionali.
Nonostante le tante promesse – è stato osservato - anche alla fiaccolata
organizzata un anno fa per sensibilizzare la popolazione, la collettività, la
comunità irnina si notava l’assenza di alcuni primi cittadini preposti a
salvaguardare l’ospedale di Curteri.
ANNA MARIA NOIA
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