Più corse dei bus verso gli Atenei di Salerno e Napoli, l’ex
consigliere comunale Angelo Matrone si appella al presidente della Provincia di
Salerno. “A Scafati gli studenti pendolari vivono una situazione insostenibile.
Venga incontro alle loro esigenze”.
Più corse dei mezzi delle società Busitalia e Sita da
Scafati verso l’Università degli Studi di Salerno e l’Ateneo di Napoli. È
quanto chiede al presidente della Provincia di Salerno, Giuseppe Canfora, il
già consigliere comunale Angelo Matrone.
«Molti studenti di Scafati - ha
detto Matrone - mi hanno sottoposto il problema delle carenze di corse per i
poli universitari di Salerno e Napoli». Una situazione insostenibile, su cui
l’ex consigliere comunale non le manda a dire: «Molti ragazzi che ogni giorno
raggiungono gli Atenei di Salerno e Napoli mi parlano di autobus pieni, con le
conseguenze di mancate fermate a richiesta, disagi per i ritardi nelle corse e
la mancanza di pensiline. Il tutto rende decisamente complicato l’utilizzo del
servizio, che va invece incrementato e garantito in maniera comoda ed
efficiente. I tanti pendolari scafatesi che ogni giorno utilizzano i mezzi del
trasporto pubblico meritano più rispetto e per questo non siamo più disposti ad
aspettare, inermi ed in silenzio, che qualcosa possa cambiare. Sollecitiamo un
potenziamento del servizio, anche perché Scafati è a tutti gli effetti una
della città universitarie della provincia e per questo una realtà di tale
portata non può permettersi collegamenti poco frequenti con il cuore culturale
della provincia. Al presidente Canfora chiedo di sapere tutte le azioni che ha
intenzione di porre in essere per soddisfare le legittime pretese degli
studenti e degli utenti del trasporto pubblico locale lungo la tratta
Scafati-Lancusi-Fisciano e Scafati-Napoli, essendo divenuta insostenibile la
situazione di sovraffollamento degli attuali autobus di linea ed ormai i
ritardi ingiustificati sono all’ordine del giorno. Credo sia giusto dare una
concreta risposta a questa grave problematica sia ai ragazzi che vanno
all’Università ogni mattina che alle loro famiglie».
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