Vertenza Silba, non pagati gli stipendi di marzo ai 350
lavoratori delle strutture di Cava de’ Tirreni e Roccapiemonte. La denuncia di
Antonio Malangone della Uil Fpl Salerno: “Se entro domani (martedì 18 aprile)
non avremo risposte l’accordo in Regione potrebbe saltare”
Rischia di riesplodere la vertenza legata al gruppo Silba,
che vede protagonisti i circa 350
lavoratori dei tre centri di riabilitazione gestiti dalla Spa (Villa Alba a
Cava de’ Tirreni, Villa Silvia e Centro Montesano a Roccapiemonte). La denuncia
arriva da Antonio Malangone della Uil Fpl provinciale e Antonio De Sio della
Cisl Fp Salerno.
Il 21 marzo l’azienda aveva sottoscritto un accordo,
unitamente alle organizzazioni sindacali, al direttore generale per la Sanità
regionale ed il direttore generale dell’ Aal Salerno, subordinato alla regolare
erogazione delle competenze maturate dei lavoratori e ne costituiva condizione
essenziale e perentoria per l’attuazione, comportando, diversamente la
risoluzione dell’intesa. Ma dopo meno di un mese sarebbero già sorti degli
ostacoli. “A tutt’oggi rileviamo che non è stata ancora saldata la mensilità di
marzo ai dipendenti della Silba”, ha spiegato Malangone. “La Uil Fpl, insieme
alla Cisl Fp, chiede che venga rispettato l’accordo assunto in Regione,
mettendo in pagamento la mensilità maturata dai lavoratori. Nella giornata di
venerdì abbiamo inviato una nota a manager della Silba, dirigenti della Regione
e Asl Salerno. Se entro domani (martedì 18 aprile) non avremo risposte saremo
costretti, nostro malgrado, ad attivare tutte le forme di protesta consentite
dalla legge”.
L’accordo verteva su tre punti: la sospensione per tre mesi
della trattenuta dell’Asl, la rimodulazione del debito residuo in rate mensili
a partire da agosto 2017 e fino a giugno 2021 e l’impegno da parte dell’Asl Salerno
a garantire le procedure di pagamento della quota sanitaria e di quella
sociale. L’accordo, naturalmente, era legato al pagamento delle mensilità
maturate dai lavoratori, senza il quale il direttore Postiglione si era detto
pronto a ritirarlo. Per questo i sindacati, dopo le prime difficoltà, sono
ritornati all’attacco.
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